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"MARIA REGINA DI SCOZIA" (2018)


Scozia, 1561.

“Un papista non siederà mai sul trono d’Inghilterra, tantomeno una papista!” Così declamava e insorgeva l’aristocrazia maschile di Inghilterra e Scozia nel XVI secolo, scontenta e frustrata dal fatto che a contendersi la corona fossero due donne.

“Maria regina di Scozia” (2018) diretto da Josie Rourke, regista e sceneggiatrice inglese con alle spalle un’immensa carriera teatrale, narra l’intrigata vicenda delle vite di Maria Stuart

e della Regina Elisabetta Tudor d’Inghilterra.

Regina di Francia a soli 16 anni, vedova a 18, Maria Stuart decide di tornare in patria, in Scozia, di cui è regina per diritto di nascita. Fin dai primi istanti, il suo ritorno allerta gran parte dell’aristocrazia inglese e in particolare la Regina Elisabetta I, che rischia di perdere la corona: secondo i legittimisti, l’erede legittima di Enrico VIII è Maria Stuart. Le due giovani sovrane si osservano, ognuna con un misto di timore e di ammirazione nei confronti dell’altra. In un mondo diviso tra due religioni, cattolica e protestante, e che non vede di buon occhio due donne al potere, le due cugine, “sorelle”, si affrontano per giocarsi la partita tra matrimonio e indipendenza, tra cospirazioni e tradimenti che scuotono entrambe le corti, e che scandiscono significativamente il corso della storia.

Sontuose e maestose le due attrici protagoniste. Margot Robbie conferma il suo talento maturo e variegato, ma è Saoirse Ronan la vera sorpresa: l’attrice irlandese si impone sullo schermo abbandonando le vesti della ragazzina, grazie alla quale si era fatta conoscere dal mondo hollywoodiano, e diventa una donna a tutti gli effetti, trascinando con impeto e passione lo spettatore dentro le vicende della vita di Maria Stuart.

Le due attrici rendono onore alle due sovrane e restituiscono loro dignità, ricostruendo con intima precisione le loro vite e le loro sorti.

Da una parte una donna che nel suo tentativo di far valere la sua autorità e indipendenza, soccombe alla sete di potere degli uomini, dall’altra una donna che con il passare degli anni, perde i tratti caratteristici della donna, per trasformarsi in un uomo e governare un regno, sopravvivendo ai meschini giochi di potere.

Da sottolineare la notevole accuratezza e bellezza dei make-up: capelli rosso rame, boccoli, lunghe trecce e gote rosate, per la bella e giovane Regina Maria Stuart. Protesi, parrucche e ceroni bianchi per seguire e descrivere in maniera drammatica, a tratti grottesca, l'evoluzione del potere e della malattia di Elisabetta I. Due protagoniste, due storie che si contrappongono, e che inevitabilmente vengono riflesse anche dai look: nove parrucche, naso aquilino, trucco bianco e pastoso che diventa sempre più pesante, a sottolineare la trasformazione alienante di Elisabetta I. Make-up radioso, quasi botticelliano e look fiabesco, per la bellissima Saoirse Ronan nei panni di Maria Stuart. Il merito della loro trasformazione va alla make-up e hair designer Jenny Shircore, che ha già ottenuto un Premio Oscar per la trasformazione di Cate Blanchett nello stesso ruolo di Regina Elisabetta in Elizabeth del 1998.

“Maria regina di Scozia” non vuole essere una minuziosa ricostruzione storica degli eventi. Maria Stuart viene rappresentata come una martire, usurpata del trono legittimo e condannata a morte ingiustamente. Ma nella realtà dei fatti fu una sovrana dura e intransigente, che bramò la corona di Elisabetta I per tutta la vita, cercando infinite volte di far capitolare il regno elisabettiano. Ma qualche leggerezza storica si può perdonare, perché il vero punto su cui vuole soffermarsi il film è la riflessione sul potere e sulla condizione femminile. Due tematiche senza storia e senza età. Il potere da sempre corrode e corrompe. Fa perdere il senso della vita e forse della realtà. Se ne viene ossessionati fino alla paranoia, e si fa sempre più fatica a distinguere il bene dal male.

La condizione femminile è l’altro nucleo centrale del film. Due donne protagoniste, che si fronteggiano dapprima come nemiche, poi come amiche, e in seguito ancora come nemiche. La regista proprio su questo punto ha voluto concentrarsi: cosa significa essere donna, al comando di uno dei regni più importanti, in un mondo dominato violentemente dagli uomini?

La risposta sembra più che scontata e purtroppo pessimista: la donna viene schiacciata e cade soffocata dalla bramosia, dall’avarizia, dalla cupidigia, dalla violenza e dalla forza dell’uomo. L’unica via di salvezza è ripudiare la propria natura e trasformarsi in un uomo, come fece Elisabetta I.


Da allora fino ad oggi quasi nulla sembra essere cambiato. Certo, c’è più consapevolezza dei diritti e della condizione femminile, ma siamo ancora in un mondo dominato dagli uomini, dall’odio e dalla discriminazione, e le donne, di strada devono ancora farne.


Passando al lato artistico, Saoirse Ronan di strada ne ha già fatta parecchia. Giovane e meravigliosa, ora non è più una sorpresa nel panorama hollywoodiano. Di troni e corone in questo mondo forse non ce ne sono, ma la strada verso la sua consacrazione come stella del cinema ora è tutta in discesa.

Giacomo Tinti



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