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LA BICICLETTA (2022) - Recensione


Il primo cortometraggio di finzione del regista Nathan De Paz Habib, è una visione curiosa e molto sorprendente. Come ha confidato il giovane regista, l’ispirazione per “La Bicicletta” nasce dall’omonima barzelletta, raccontata dal padre, che mette alla berlina l’incredibile capacità di noi essere umani a costruirci infinite ed elaborate “trip mentali”, meritevoli sicuramente del premio Oscar per la miglior sceneggiatura. Questo piccolo aneddoto, alla base del processo creativo che ha portato poi alla realizzazione de “La Bicicletta”, è stata l’occasione per Nathan di analizzare l’essenza dell’esistenza umana, nelle sue più simpatiche e assurde contraddizioni. Dalla paura di chiedere qualcosa a qualcuno, alle incomprensioni e alle questioni irrisolte che alla lunga possono logorare e distruggere i rapporti e le amicizie più solide.


È il caso appunto della protagonista Irene che, nel giorno della festa del Santo Patrono, cade dalla bicicletta nel lungo tragitto verso la panetteria. Si ritrova da sola, in mezzo alla campagna e senza incontrare nessuno che possa aiutarla. Decide così di chiedere aiuto a Bianca, la sua più cara amica, che fortunatamente abita nelle vicinanze. Lungo il cammino, però, si sente sempre più sola e abbandonata nel ripensare a tutte quelle volte in cui non ha ricevuto alcun aiuto dall’amica e lentamente cresce in lei uno stato di frustrazione e rancore, sempre più esplosivo nei confronti di Bianca.

Questo momento di massima crisi della protagonista permette al regista di esplorare i segreti e le dinamiche dell’amicizia femminile, privilegiata rispetto a quella maschile, perché più interessante nel dare vita a legami più solidi, unici e fraterni. Tutto ciò entra però in crisi quando Irene ripercorre i ricordi e i momenti passati assieme all’amica Bianca, rappresentati da un pot-pourri di flashback e segreti inconfessabili. Ed è qui che si apprezza il grande talento ed estro creativo di Nathan De Paz Habib. Se il cortometraggio era iniziato con la delicatezza e la morbidezza estetica del più bel cinema indie americano, di punto in bianco lo spettatore si ritrova catapultato in atmosfere thriller, psichedeliche e pulp, al limite dell’assurdo. Un condensato vorace e verace di un’amicizia dalle mille sfaccettature, in cui si riflettono stili e ritmi narrativi completamente diversi, ma uniti con sapienza e maestria dall’ironia sagace del regista.

Il risultato finale è un epico e surreale viaggio di 20 minuti nell’esistenza contraddittoria dell’essere umano, che riflette l’insensatezza delle tante preoccupazioni e rimuginii che affollano le nostre menti. L’ironia e la freschezza del regista Nathan De Paz Habib vuole forse suggerire che a volte dovremmo prenderci un po’ meno sul serio e nutrire magari maggiore fiducia negli altri.


“La Bicicletta” è stato presentato in anteprima mondiale all’International Film Festival di Kerala 2022, e in anteprima nazionale al BTC Festival 2022 di Benevento. Nell’ottobre del 2022 è stato presentato al pubblico milanese con una speciale programmazione di una settimana al Cinema Mexico, riscuotendo grande entusiasmo e apprezzamento. Nathan De Paz Habib dopo il suo esordio cinematografico con il documentario Cheese!, realizzato in occasione del quarantesimo anniversario della Legge Basaglia, con “La Bicicletta” si conferma un regista da seguire, grazie al suo sguardo fresco e innovativo, capace di trattare l’esistenza umana e il cinema con ironia, intelligenza e creatività.

C’è grande attesa, curiosità ed entusiasmo per i suoi prossimi lavori.


di Giacomo Tinti


Alcuni scatti dell'anteprima milanese de "La Bicicletta" al Cinema Mexico.




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