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"LA BELLE ÉPOQUE" (2019)

“Se potessi tornare indietro nel tempo, quale epoca storica vorresti rivivere?”

Questa domanda per certi versi bizzarra, lo riconosco, funge da pretesto per una delle storie più seducenti e accattivanti che mi è capitato di veder narrate al cinema negli ultimi tempi. E badate bene, il termine seducente non si riferisce a nulla di particolarmente sessuale, ma anzi a qualcosa che, a mio dire, è di gran lunga più ammaliante e sensuale del sesso stesso: il ricordo.

Chi non vorrebbe, potendo, tornare indietro nel tempo e rivivere i grandi momenti della storia? Beh, uno di questi è senz’altro Victor Drumond (Daniel Auteuil), un ex fumettista sessantenne scontento della sua vita e infastidito da tutta la tecnologia che al giorno d’oggi, secondo lui, allontana sempre di più le persone fra loro e lui da sua moglie. C’è una data ben precisa che Victor ha il desiderio di rivivere: il 16 Maggio 1974, il giorno in cui per la prima volta incontrò l’amore della sua vita (sua moglie Marianne, interpretata dalla fantastica Fanny Ardant).

Il pretesto, lo sappiamo, si presta benissimo a un certo tipo di trame che fanno perno su elementi magici o fantascientifici (vedi Midnight in Paris, di Woody Allen), ma questa volta è diverso. Questa volta ciò che si avverte sin dal primo minuto è che di magico non c’è assolutamente nulla, ma anzi, la sensazione generale che avverte lo spettatore per almeno la prima metà del film è che una trama che si poggia così saldamente sul sentimento della nostalgia, mal si sposi con la cruda realtà e con la grezza praticità con cui questo “salto nel tempo” viene realizzato. 

Nulla di più inesatto!

“La belle époque” è un manifesto, una dichiarazione d’amore verso il passato. Il passato storico che sempre più, negli ultimi tempi, sta invadendo le produzioni cinematografiche e non, dato il suo intramontabile fascino; e il passato di una coppia, Victor e Marianne, che noi riviviamo, grazie alla finzione scenica, nel suo momento più puro, intenso e commovente grazie soprattutto alla bella e talentuosa Doria Tillier, che ci regala momenti di puro divertimento e di profonda commozione nel ruolo di Margot, l’attrice che interpreta la giovane Marianne nel 1974.

Nicolas Bedos compie una vera e propria magia, portando sullo schermo un’opera briosa e a tratti davvero toccante, il cui più grande merito è quello di farci innamorare di un amore così grande, che se pur non ci appartiene, ci esorta a vivere con forza e passione il presente affinché un giorno, magari a sessant’anni, possiamo ricordarlo con affetto e nostalgia, ma mai con rimpianto. Proprio come Victor.


Salvatore Gazineo



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