“Se potessi tornare indietro nel tempo, quale epoca storica vorresti rivivere?”
Questa domanda per certi versi bizzarra, lo riconosco, funge da pretesto per una delle storie più seducenti e accattivanti che mi è capitato di veder narrate al cinema negli ultimi tempi. E badate bene, il termine seducente non si riferisce a nulla di particolarmente sessuale, ma anzi a qualcosa che, a mio dire, è di gran lunga più ammaliante e sensuale del sesso stesso: il ricordo.
Chi non vorrebbe, potendo, tornare indietro nel tempo e rivivere i grandi momenti della storia? Beh, uno di questi è senz’altro Victor Drumond (Daniel Auteuil), un ex fumettista sessantenne scontento della sua vita e infastidito da tutta la tecnologia che al giorno d’oggi, secondo lui, allontana sempre di più le persone fra loro e lui da sua moglie. C’è una data ben precisa che Victor ha il desiderio di rivivere: il 16 Maggio 1974, il giorno in cui per la prima volta incontrò l’amore della sua vita (sua moglie Marianne, interpretata dalla fantastica Fanny Ardant).
Il pretesto, lo sappiamo, si presta benissimo a un certo tipo di trame che fanno perno su elementi magici o fantascientifici (vedi Midnight in Paris, di Woody Allen), ma questa volta è diverso. Questa volta ciò che si avverte sin dal primo minuto è che di magico non c’è assolutamente nulla, ma anzi, la sensazione generale che avverte lo spettatore per almeno la prima metà del film è che una trama che si poggia così saldamente sul sentimento della nostalgia, mal si sposi con la cruda realtà e con la grezza praticità con cui questo “salto nel tempo” viene realizzato.
Nulla di più inesatto!
“La belle époque” è un manifesto, una dichiarazione d’amore verso il passato. Il passato storico che sempre più, negli ultimi tempi, sta invadendo le produzioni cinematografiche e non, dato il suo intramontabile fascino; e il passato di una coppia, Victor e Marianne, che noi riviviamo, grazie alla finzione scenica, nel suo momento più puro, intenso e commovente grazie soprattutto alla bella e talentuosa Doria Tillier, che ci regala momenti di puro divertimento e di profonda commozione nel ruolo di Margot, l’attrice che interpreta la giovane Marianne nel 1974.
Nicolas Bedos compie una vera e propria magia, portando sullo schermo un’opera briosa e a tratti davvero toccante, il cui più grande merito è quello di farci innamorare di un amore così grande, che se pur non ci appartiene, ci esorta a vivere con forza e passione il presente affinché un giorno, magari a sessant’anni, possiamo ricordarlo con affetto e nostalgia, ma mai con rimpianto. Proprio come Victor.
Salvatore Gazineo
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