Un palazzo degradato. Un ascensore difettoso. Sei antieroi insoliti e bizzarri: un astronauta americano e una signora algerina, un adolescente annoiato e un’attrice caduta nell’anonimato, un improvvisato fotografo e un’infermiera stralunata. Tre storie di cadute, tre incontri improbabili.
Samuel Benchetrit, nella veste di autore e regista, firma la sua quinta pellicola “Il condominio dei cuori infranti” (2015), attingendo a due racconti contenuti in “Les Chroniques de l'Asphalte”, suo romanzo autobiografico del 2005.
Il regista francese racconta le banlieue parigine, luogo della sua giovinezza, adottando una frizzante originalità e un bizzarro surrealismo. Sullo schermo viene rappresentata la desolazione, la solitudine, il degrado della periferia. Il cielo è perennemente grigio. Regna il silenzio e l’immobilità. La vita sembra monotona e rassegnata.
Come il titolo italiano suggerisce, il protagonista del film è un fatiscente e vecchio condominio, in cui stona la presenza di un nuovo e tecnologico ascensore che, sebbeneappena installato, risulta ironicamente difettoso. All’interno di queste tristi mura, prendono vita le storie di cuori infranti, solitari, disillusi, delusi, insicuri, incapaci di amare e apprezzare se stessi. Si respira un senso d’inadeguatezza all’esistenza, di non appartenenzaa quel mondo grigio e monotono.
Benché le premesse non siano delle più rassicuranti, in soccorso viene una umanitàinattesa e intrisa di valori, quali l’amore, la generosità e la solidarietà.
“Il condominio dei cuori infranti” è un film che guarda ai tanti piccoli frammenti di esistenza. Il linguaggio della sconfitta è usato per parlare di speranza e riscatto. I personaggi,soli e solitari, sono degli emarginati. Rappresentano la solitudine contemporanea ma, allostesso tempo non si arrendono alla desolazione e resistono. Continuano a sognare, ad elargire gesti altruisti, ad immaginarsi ciò che non sono, a recitare un ruolo, per non cedere alla tristezza del presente.
Samuel Benchetrit vuole raccontare la vita e lo fa con estrema bravura e semplicità.
La narrazione è in perfetto equilibrio tra ironia, crudo realismo e leggerezza.
Il regista francese predilige uno stile raffinato, misurato e minimalista. I dialoghi sono pochi, concisi e ponderati. La messinscena è semplice, accorta e curata. A racchiudere il tutto c’è l’utilizzo del formato 4:3, che esalta la scena e le interpretazioni degli attori.
I movimenti di macchina sono minimi. Vengono predilette le inquadrature fisse. I colori sono spenti, dominano i grigi, e molto importanti sono i rumori d’ambiente, fondamentali alla narrazione.
Il cast regala bellissime performances e presenta alcuni nomi di celebri interpreti come Valeria Bruni Tedeschi, Isabelle Huppert e Michael Pitt.
“Il condominio dei cuori infranti” è una commedia drammatica e surreale, in cui vincono l’intelligenza e l’ironia, che trasformano la noia e la monotonia del quotidiano in poesia. È un film sui sentimenti che non cede al sentimentalismo. È una tenera e dolce rivincita sociale che ricorda allo spettatore i valori della solidarietà e dell’amore, fin troppo dimenticati in questi tempi. Rilancia, infine, anche un’idea di cinema in cui la qualità non è data dal budget impiegatoma dalla bravura del regista e degli attori, oltre chedalla semplicità e dall’efficacia della storia.
Giacomo Tinti
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