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"BIRDMAN" (2014)


“Birdman” (2014), diretto da Alejandro González Iñárritu,è uno dei più bei film realizzati in questi ultimi anni.


Riggan Thompson (Michael Keaton) ha raggiunto la celebrità interpretando Birdman, eroe alato e mascherato, in una serie di film per il grande pubblico negli anni Novanta. Reduce da questa esperienza e sulla via del declino, Riggan vuole dimostrare che, oltre ad essere un attore di fama, è anche un attore di grandi qualità. Decide quindi di mettere in scena, su un prestigioso palco di Broadway, il proprio adattamento del racconto di Raymond Carver “Di cosa parliamo quando parliamo di amore”.

In questa impresa coinvolge molti stravaganti personaggi, tra cui la sua amante Laura, il suo amico produttore Jake, sua figlia Sam, appena uscita da un centro di disintossicazione, Mike Shiner, attore di grande bravura ma con un pessimo carattere, e Lesley, attrice che fin da bambina sognava di calcare i palchi di Broadway. Riggan, con questa compagnia teatrale mal assortita, intraprenderà quattro rocamboleschi giorni di prove e anteprime.

“Birdman” è un film complicato a cui non basta una sola visione per essere compreso appieno.

Iñárritu è in gran forma e sembra volerci dire molte cose. Vuole restituirci la sua visione della contemporaneità, del mondo Hollywoodiano e dello spettacolo.

“Birdman” è costituito da una fitta stratificazione di temi, dove le molteplici chiavi di lettura si sovrappongono e si intrecciano, fino ad unirsi in un clima ironico e ipnotico.

Il tema principale, su cui vive l’intero racconto, è quello della fama e delle ossessioni contemporanee delle celebrità. Riggan ha già raggiunto la sua popolarità, ma questa non gli porta soddisfazione, anzi, lo convince del suo fallimento come attore. Da qui il suo desiderio di riscatto e di approvazione ad un livello culturale superiore, che lo allontani definitamente da quell’aurea di eroe da “cinecomic” e lo sancisca attore vero. È inevitabile scorgere le svariate riflessioni che il regista vuole portare alla luce: critica il “franchise” dei supereroi; i “Blockbuster” e il loro “genocidio culturale”; una Hollywood commerciale e una critica teatrale spietata, prigioniera di un panorama culturale “vecchio” e idealizzato, e poco propensa all’intrecciarsi del mondo del cinema con quello del teatro.

Per l’appunto, un altro tema presente nel film è quello riguardante il dualismo tra Cinema e Teatro, le cui due realtà si scontrano in una vorticosa spirale.

Durante il racconto si susseguono numerose altre tematiche riguardanti la morte, la vanità, l’ego, il rapporto padre e figlia, il narcisismo, le ambizioni, il divismo, l’internet e i “social media”, che riscrivono il concetto di “celebrità”.

Il cast è fenomenale e presenta nomi di svariati e talentuosi attori come Zach Galifianakis, Edward Norton, Emma Stonee Naomi Watts. Ma la vera star di “Birdman” è Michael Keaton.

È curioso notare il parallelismo tra la vita del protagonista del film e quella di Keaton. Infatti, quest’ultimo ha raggiunto la celebrità grazie al ruolo di Batman nei film di Tim Burton ed è un grande attore grazie alla sua migliore interpretazione che ci regala in questo film. Candidato agli Oscar 2015 come “Miglior attore protagonista”, Michael Keaton avrebbe assolutamente meritato l’ambita statuetta, assegnata, invece, generosamente a Eddie Redmayne.

Il film colleziona, comunque, 9 nomination e 4 premi Oscar, tra cui “Miglior Film” e “Miglior Regia”.

“Birdman” appare come un lunghissimo piano sequenza. Per i meno esperti, il piano sequenza è una ripresa che non presenta stacchi di regia… È come assistere ad uno spettacolo teatrale.

In realtà Iñárritu è molto abile ad ingannare l’occhio dello spettatore. Il regista messicano si serve di lunghi piani sequenza e grazie all’uso di particolari artefici tecnici, si ha la sensazione della continuità dell’azione e di una fluidità ed eleganza nella regia. Questo seguire continuamente l’azione e gli attori, permette allo spettatore l’analisi psicologica dei personaggi.

Il film acquisisce un ritmo incalzante, rocambolesco e vorticoso.

Molto particolare è la colonna sonora costituita da assoli di percussioni che accompagnano il film, nascondendo gli stacchi di regia e conferendo continuità e fluidità alla visione.

Iñárritu mette in scena, con arguzia e ironia, una commedia agrodolce a tratti nera, dove regna l’assurdo e lo sberleffo.

“Birdman” è un viaggio nel reale e nell’immaginario, nel mondo del teatro e dello spettacolo, nelle dinamiche del successo e nella psiche di uomini in crisi con la propria identità.

È un viaggio estetico, non solo di contenuti, che appaga l’occhio dello spettatore e cattura la sua attenzione.

“Birdman” è un’avventura inedita e magica, perfetta per passare una serata di elevato cinema.


Giacomo Tinti



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