Ultimi giorni di proiezioni in attesa di sapere i vincitori nella serata conclusiva di Domenica 8 maggio! Ieri è uscito in sala il lungometraggio The Exam di Shawkat Amin Korki, in concorso nella sezione Finestre sul Mondo, ambientato nel Kurdistan iracheno, dove una studentessa vorrebbe rifiutare un matrimonio già deciso.
In programma anche diversi film del Concorso Extr'A tra cui le repliche di Rue Garibaldi di Federico Francioni e The Nightwalk di Adriano Valerio e alcuni cortometraggi.
Nello storico Cinema Palestrina a concludere una giornata ricca di appuntamenti e visioni, è stato proiettato, dalla Sezione Flash, Assault di Adilkhan Yerzhanovm, una commedia thriller dal Kazakistan, ambientata in uno sperduto villaggio tra i ghiacci.
Oggi la nostra Teresa ci consiglia un lungometraggio in concorso nella sezione "Finestre sul Mondo". Ecco a voi la sua recensione di Amparo, film di Simon Mesa Soto, che porta sullo schermo uno spaccato della società colombiana corrotta e violenta.
Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo "AMPARO"
“Amparo”, di Simón Mesa Soto, lo spaccato di una società e della corruzione e della violenza che la domina.
Amparo è una donna di 35 anni che lavora in una grande lavanderia per mantenere i suoi due figli di 8 e 18 anni. Una sera, tornando a casa dal lavoro, scopre che Elias, il figlio maggiore, è stato preso dall’esercito e che sarà inviato in una delle zone più pericolose del Paese. Elias è un ragazzo un po’ fragile, disoccupato ma in fondo buono, e Amparo sa che da quei luoghi non si torna indietro vivi.
Spaventata e disposta a tutto, Amparo cercherà in tutti i modi di pagare il riscatto di due milioni di pesos per salvare suo figlio.
Il Film è nel Concorso lungometraggi di questa edizione del FESCAAAL, ma era già stato presentato al Festival di Cannes 2021, dove l’attrice protagonista ha vinto il Premio Rising Star.
Il regista colombiano ha saputo rappresentare egregiamente la corruzione che vige in quei luoghi e soprattutto l’attrice protagonista, con il suo sguardo penetrante, ha saputo impersonare in maniera straordinaria il personaggio designato.
Amparo è il modello della donna moderna, determinata e risoluta ma anche autonoma e indipendente, sia dal punto di vista economico che sentimentale, sottolineato anche dal fatto che ha avuto due figli da due uomini diversi. Probabilmente non è stata nemmeno casuale la scelta del nome della protagonista, Amparo, che significa “protezione”, ed è proprio quello che farà: proteggere suo figlio a tutti i costi.
Amparo è di certo la protagonista assoluta e Mesa Soto la riprende con molti primi piani, catturando tutte le sue espressioni di dolore, stupore ma anche di determinazione e in questo modo sembra escludere il mondo attorno, occupando il campo visivo esclusivamente con la quasi ossessiva presenza dei primi piani di Amparo.
Il regista, inoltre, ha scelto sapientemente di evitare di accompagnare queste immagini con una colonna sonora musicale, ma ha preferito lasciare come sfondo tutti i rumori ambientali, essenziali per far immedesimare ancora di più lo spettatore in questo mondo a noi distante. L’intento del regista è quello di mostrare, con poche e semplici immagini, una società corrotta.
L’attrice è molto espressiva e capace di mostrare, con un semplice sguardo, la sua impassibilità, quasi come se si fosse adattata a questa situazione, e sceglie il silenzio per affrontare ogni tipo di sconfitta. Affronta tutto con indifferenza: la madre che la umilia e la offende paragonandola al fratello che invece è riuscito ad avere successo, il suo nuovo amante che l’abbandona nel momento del bisogno, e infine il barattare il suo corpo.
Questo film è la testimonianza del lato oscuro dell’America Latina, il degrado, l’assenza di solidarietà, la corruzione, la violenza e di quelle vittime che non hanno gli strumenti per uscire da questa situazione, finendo così per alimentare un sistema malato.
Emblematica la frase detta da un soldato alla fine del film: “la guerra la fanno i poveri” ed è proprio il riassunto di tutto il film, quello che il regista voleva mostrarci senza troppi giri di parole.
di Teresa Vasciarelli Programma 31° FESCAAAL
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