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31^ FESCAAAL - Day #04 - "SYSTÈME K", il riciclo come arte, risposta al caos e atto di resistenza.


Giornata intensa quella di lunedì 2 maggio: si è alzato il sipario sul MiWorld Young Film Festival, il festival di cinema e intercultura per le scuole nato sotto il segno della zebra, che si svolgerà online e in sala dal 2 al 9 maggio.

Sempre ieri è tornato finalmente un appuntamento che ci è mancato molto e che era diventato ancora più irrinunciabile dopo essere stato sospeso per due anni a causa delle restrizioni pandemiche: l’Ora del tè, l’incontro in totale relax con i protagonisti del Festival.

Ad ospitarlo quest’anno è il Wanted Clan e i primi ospiti, in presenza e collegati su Zoom, sono stati cinque registi di alcuni cortometraggi del Concorso EXTR’A: Jacopo Marzi (Oltre la foresta), Chiara Marotta e Loris Giuseppe Nese (Il turno), Stefania Muresu (Princesa) e Nour Gharbi (La pecora).

Sempre a Wanted Clan, alle 21.00 è stato replicato il film La guerra che verrà di Marco Pasquini, sguardo ravvicinato sulla vita di un soldato semplice che ci aiuta a capire più da vicino la lunga guerra in corso in Siria.

All' Institut Français di Milano, è andata in scena un'altra replica: al CinéMagenta63 è stato proiettato Système K, presentato qualche giorno fa nell’ambito di AfricaTalks, dedicato quest'anno alle industrie creative africane. La nostra Federica è andata a vedere il film di Renaud Barret ed è pronta a raccontarvelo! Evento Speciale Africa Talks– "SYSTÈME K"

Système K é un docu film che ci presenta una realtà congolese dalla quale gli abitanti vogliono evadere.

Renaud Barret, attraverso immagini crude e a volte violente, rappresenta alla perfezione un luogo degradato, inospitale, nel quale ognuno esprime il proprio disgusto attraverso messaggi di rivolta.

Il chaos, politico e sociale, fa da sfondo all’intera pellicola che apre uno scorcio su diverse figure, tutte alla ricerca della libertà, che riescono ad ottenere solo attraverso l’arte.

I protagonisti utilizzano spesso il loro corpo come espressione artistica e lo mostrano, come una vera e propria opera, lungo le strade della città.

La body art, in quel contesto, viene utilizzata come un grido di ribellione.

Anche il tema del domani è centrale, i giovani e speranzosi protagonisti cercano a tutti i costi di immaginarsi un futuro migliore e sperano in un grandioso cambiamento che li porti a conoscere una realtà ben diversa da quella in cui sono costretti a vivere.


di Federica Farioli




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