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29^ FESCAAAL - Day #5 - "DIVINE WIND", "BULBUL CAN SING" e "DON'T WALK AWAY".

Aggiornamento: 31 mar 2019

Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo - "DIVINE WIND"


“Divine Wind”, proiettato esclusivamente a Milano in occasione della 29^ edizione del FESCAAAL, è un film difficile da spiegare, così com’è complicata la tematica che il regista algerino Merzak Allouache decide di trattare: gli ultimi giorni di due giovani di origine araba, Amine e Nour, in procinto di compiere un attentato suicida nel nome del Califfato Islamico. La pellicola si muove attraverso interminabili piani sequenza, caratterizzati dalla vasta ambientazione del deserto del Sahara e conditi di un sapiente uso del bianco e nero, qua usato per rendere più claustrofobica la clausura volontaria dei protagonisti, nascosti da occhi indiscreti in attesa della loro ultima mossa. È questa snervante attesa che tiene inaspettatamente incollato allo schermo lo spettatore, ansioso di assistere all'atto estremo di fede dei due protagonisti e di scoprire se la loro volontà sarà grande abbastanza da adempiere al compito richiesto dai loro superiori, i cosiddetti Fratelli.

Dopo il finale del film sarete pervasi da un senso di vuoto e malinconia estremo, lo stesso che in tutta probabilità sentono i kamikaze durante i loro ultimi attimi terreni e che tuttora, mentre scrivo questi brevi pensieri sul lungometraggio, mi angosciano al pensiero. Una visione consigliatissima, difficile da digerire ma è proprio per quello che non è da tralasciare. Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo - "BULBUL CAN SING"


Diretto dalla visionaria regista indiana Rima Das, Bulbul è nella propria essenza una storia di una forte amicizia sbocciata nell'India rurale e messa alla prova proprio dalla stretta società conservatrice in cui malauguratamente è nata. Il punto di forza vero e proprio del film è quello di riuscire a calare un filone quasi fiabesco all'interno di un setting estremamente realistico, acutizzato da una regia e fotografia che lasceranno lo spettatore impossibilitato a capire se ha davanti a sé un documentario o un lavoro di fiction.


Una postilla doverosa è la recitazione dei tre attori protagonisti, aventi in scena una sintonia palpabile ed autentica, tale da poter credere non altro che siano amici anche nella vita reale. Nonostante la tecnica e l'estetica spartana ed essenziale, il messaggio narrativo di “Bulbul Can Sing” supera le barriere culturali e giunge anche alla società occidentale, incensurato e responsabile di dare tanta profondità a un argomento così leggero come l'amicizia in età adolescenziale. Sezione Hidden Dragons - "DON'T WALK AWAY"

Bisogna innanzitutto premettere che la versione giunta al FESCAAAL di Milano di “Don't Walk Away”, ultimo progetto dell'astro nascente Li Jiaxi, non è quella uscita e apprezzata nelle sale cinesi, bensì un adattamento per il mercato occidentale editato dalla regista stessa. Ciò è da specificare perché in questa trasposizione “Don't Walk Away” ha un intreccio per niente lineare, completamente irrispettoso della fabula della narrazione, ed è proprio la caratteristica che più mi ha affascinato durante la visione di questa versione inedita. In sé, la pellicola è una storia di abbandoni, letterali e figurati, vissuti sulla pelle della protagonista Qing, recitata da Jianxi stessa, che da’ un'interpretazione talmente tenera da non poter fare a meno di empatizzare, ma allo stesso tempo anche compatire il personaggio principale della trama per tutta la durata del lungometraggio.

I tagli frequenti ed improvvisi durante le inquadrature, acuiti da innumerevoli primi piani, sono quindi forse sinonimo di una vita totalmente ordinaria e interrotta, ripresa e nuovamente lasciata per colpa degli inarrivabili ritmi che la società ci impone, e se Jianxi voleva empatizzare con gli spettatori riguardo a questo comun sentimento allora ci è riuscita pienamente.

Interessante anche la decisione di narrare in terza persona la sceneggiatura nonostante la voce sia sempre doppiata da Jianxi, forse una reminiscenza narrativa del suo “Love in Separateness”, libro da cui “Don't Walk Away” è tratto.


di Mattia Lanzarone

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